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il bio nel mondo

Bio nel mondo: dati da record Feb 14, 2020

2,8 milioni di aziende che coltivano 71,5 milioni di ettari e un mercato di oltre 100 miliardi di US$ (circa 97 miliardi di euro). La 21a edizione del “The World of Organic Agriculture”, pubblicato da FiBL e IFOAM, mostra un mondo bio che cresce costantemente e che, nel 2018, presenta dati da record. Le coltivazioni bio hanno toccato i 71,5 milioni di ettari, aumentate di 14 milioni in 2 anni (nel 2016 erano 57,8 milioni ha) con oltre 2,8 milioni di produttori bio in tutto il mondo. L’India continua ad essere il paese con il maggior numero di produttori (oltre 1,1 milioni), seguito dall’Uganda (210mila) e dall’Etiopia (204mila). L’Australia invece presenta la maggiore estensione di territori certificati bio (35,7 milioni di ettari), seguita dall’Argentina (3,6 milioni di ettari) e dalla Cina (3,1 milioni di ettari). A fronte della grande superficie bio presente in Australia, metà del terreno agricolo biologico mondiale si trova in Oceania (36 milioni di ettari). Al secondo posto troviamo l’Europa con 15,6 milioni di ettari e al terzo l’America Latina (8 milioni di ettari). Il trend positivo (+2,9% nell’ultimo anno) ha interessato ogni parte del mondo ed è cresciuta l’incidenza del bio sui terreni agricoli: in 16 Paesi, il 10% (e oltre) dei terreni agricoli è biologico. Se mediamente l’1,5% dei terreni agricoli mondiali è bio, sono molti i paesi che hanno quote molto più elevate: a cominciare dal Liechtenstein (38,5%), Samoa (34,5%) e Austria (24,7%). Nel 2018, per la prima volta, il mercato mondiale ha superato i 100 miliardi secondo le stime di Ecovia Intelligence per Ifoam/Fibl: gli Stati Uniti si confermano mercato leader con 40,6 miliardi di euro, seguiti da Germania (10,9 miliardi €) e Francia (9,1 miliardi). Crescita a doppia cifra per i principali mercati: quello francese, ad esempio, è cresciuto di oltre il 15%. I consumatori danesi e svizzeri sono quelli che hanno speso di più in alimenti biologici (312 euro pro capite nel 2018). La Danimarca presenta, peraltro, la più alta quota di mercato bio: l’11,5% dell’agroalimentare totale danese è bio.


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